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mercoledì 11 dicembre 2024

El Salvador verso la revisione dell'obbligo Bitcoin per sbloccare l'accordo con l'FMI

SAN SALVADOR – El Salvador potrebbe presto abbandonare l'obbligo per le aziende di accettare bitcoin come pagamento, un passo necessario per finalizzare un accordo con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) per un prestito da 1,3 miliardi di dollari.

Rappresentanti dell'FMI si sono recati nella nazione centroamericana la scorsa settimana per negoziare i dettagli di un accordo in discussione dal 2021. Secondo quanto riportato dal Financial Times, tra le condizioni richieste dall'FMI ci sarebbe la necessità di ridurre il deficit pubblico e modificare l'approccio "pionieristico" di El Salvador al bitcoin come moneta legale.

Il Cambiamento Proposto

Il governo del presidente Nayib Bukele dovrebbe eliminare l'obbligo per le aziende di accettare bitcoin, permettendo loro di farlo solo su base volontaria. Questa modifica segnerebbe un parziale allontanamento dalla politica che, nel 2021, aveva reso El Salvador il primo Paese al mondo ad adottare la criptovaluta come moneta a corso legale.

Benefici Economici Attesi

L'accordo con l'FMI non solo permetterebbe a El Salvador di accedere al prestito iniziale di 1,3 miliardi di dollari, ma potrebbe anche sbloccare ulteriori finanziamenti nei prossimi anni, tra cui:

  • 1 miliardo di dollari dalla Banca Mondiale, e
  • 1 miliardo di dollari dalla Banca Interamericana di Sviluppo.

Le Critiche dell'FMI

Fin dall'adozione del bitcoin, l'FMI ha espresso preoccupazione per i rischi che questa politica potrebbe comportare per la stabilità finanziaria del Paese. Tra i timori principali, il possibile impatto negativo sul sistema bancario e sulle finanze pubbliche, già sotto pressione a causa dei deficit di bilancio.

La Visione di Bukele

Il presidente Bukele aveva promosso l'adozione del bitcoin come parte di una strategia per attrarre investimenti stranieri, promuovere l'innovazione tecnologica e fornire un'alternativa economica per le rimesse dei cittadini salvadoregni dall'estero. Tuttavia, l'obbligo per le aziende di accettare bitcoin ha suscitato critiche sia a livello interno che internazionale, con imprenditori e cittadini che hanno lamentato difficoltà pratiche nell'uso della criptovaluta.

Se accettato, l'accordo con l'FMI rappresenterebbe un compromesso significativo per El Salvador, che potrebbe mantenere il bitcoin come opzione legale, ma senza più imporne l'accettazione obbligatoria.

mercoledì 12 ottobre 2022

Fmi rivede al rialzo stime crescita '22 (+3,2%) ma -0,2% nel 2023

Riviste al rialzo le stime di crescita dell'Italia. Secondo il Fmi, dopo il +6,6% del 2021, il pil italiano è atteso salire nel 2022 del 3,2%, ovvero 0,2 punti percentuali in più rispetto alle stime di luglio (+0,9 punti su aprile).

Per il 2023, invece, il Fondo taglia le sue previsioni di 0,9 punti percentuali (-1,9 punti su aprile), stimando una contrazione dell'economia dello 0,2%. Nel 2022 l'Italia cresce così più della Germania (+1,5%) e della Francia (+2,5%). 

In Italia la ripresa dei servizi turistici e della produzione industriale nella prima metà del 2022 ha contribuito a previsioni di crescita del 3,2% che è attesa "rallentare fortemente" nel 2023.

mercoledì 31 marzo 2021

Gli aiuti erogati dagli Stati durante la pandemia

(fernandozhiminaicela /Pixabay)
ROMA - Il Fondo monetario internazionale ha calcolato quanto hanno speso i governi di tutto il mondo per combattere la crisi economica causata dall'emergenza sanitaria. Dopo il Giappone, l'Italia è il Paese che nel 2020 ha investito di più.

La pandemia "ha assestato un duro colpo agli italiani e alla loro economia", ma "la tempestiva e decisa risposta delle autorità ha aiutato a fare da scudo". Il giudizio è contenuto nella nota finale diffusa dallo staff del Fondo monetario internazionale al termine della missione annuale nel nostro Paese.

Grazie alle misure messe in campo dal governo e dalle autorità europee, osserva il Fondo, "il reddito disponibile aggregato dei cittadini è diminuito solo modestamente e molte aziende hanno conservato una liquidità adeguata. Non di meno l'incertezza e le preoccupazioni senza precedenti sul futuro provate da cittadini e imprese si riflettono in modo evidente nell'alto tasso di risparmio e nei bassi investimenti".

Gli stimoli messi in campo per affrontare la pandemia "saranno necessari anche dopo che la crisi sanitaria sarà passata per limitare le cicatrici del mercato del lavoro e nell'accumulazione di capitale e costruire un futuro più verde, più digitale e più equo".

venerdì 20 marzo 2020

Fmi: Pil Italia -0,6% nel 2020

ROMA - Il Fmi ha tagliato di quasi un punto percentuale le previsioni di crescita sull'Italia sul 2020, indicando ora un recessione dello 0,6% a seguito della pandemia da Covid-19. A causa degli sviluppi legati al coronavirus, si legge nelle informazioni supplementari allo staff report del Fmi nell'ambito della consultazione Article IV, "è chiaro che la crescita sarà più bassa, anche se per un certo tempo l'entità del calo sarà altamente incerta. La diffusione del Covid-19 rappresenta una grande sfida economica".

La previsione di crescita, secondo il Fondo, "è stata rivista a -0,6%" ma "dato l'aumento delle misure di lockdown e la diffusione dell'epidemia in Europa c'è un altro rischio di un dato notevolmente più debole.

lunedì 16 marzo 2020

Coronavirus, Fmi pronto a mobilitare 1.000 miliardi di dollari

NEW YORK - Il Fondo monetario internazionale e' pronto a mobilitare 1.000 miliardi di dollari per fronteggiare l'emergenza coronavirus. Lo ha dichiarato il direttore generale del Fondo, Kristalina Georgieva.

martedì 15 ottobre 2019

Borse europee in rialzo malgrado stime Fmi

MILANO - Non frenano per ora gli acquisti le stime del Fmi su un rallentamento delle economie mondiali e in Europa l'unico listino debole fin dall'avvio resta Londra (-0,34%) con la sterlina forte in attesa che si sciolga il nodo Brexit. Bene invece Parigi (+0,63%), Francoforte (+0,49%) e Milano (+0,57%). In luce a Piazza Affari Pirelli (+2,14%), Poste (+1,84%) e Stm (+1,55%).

martedì 23 luglio 2019

Italia: nuovo allarme del Fmi

NEW YORK - Nuovo allarme del Fondo monetario internazionale sul bilancio italiano. "In Italia l'incertezza sulle prospettive di bilancio resta simile a quella riscontrata" in aprile "con un impatto sugli investimenti e la domanda interna". Lo rende noto il Fmi nell'aggiornamento del World Economic Outlook, nel quale ha confermato la stima di +0,1% per il pil italiano nel 2019, rivedendo però al ribasso di 0,1 punti percentuali a +0,8% quella per il 2020.

I risultati di quest'anno e il prossimo seguono il +1,7% registrato dal pil dell'Italia nel 2017 e il +0,9% del 2018.

martedì 16 luglio 2019

Lagarde si dimette da Fmi


NEW YORK - Christine Lagarde ha presentato le sue dimissioni da direttore generale del Fmi. Lo afferma il Fondo in una nota, sottolineando che le dimissioni sono effettive dal 12 settembre. Lagarde guiderà la Bce da novembre.

mercoledì 6 febbraio 2019

Fmi: reddito di cittadinanza potrebbe disincentivare il lavoro


ROMA - Il Fondo monetario si esprime sul reddito di cittadinanza che sarebbe ad un passo nella giusta direzione ma con benefit "molto alti", soprattutto "al Sud dove il costo della vita è più basso": questo fa sì che rischi di essere un ''disincentivo al lavoro'' o di creare "dipendenza dal welfare". A comunicarlo il Fmi, sottolineando che anche se i benefit previsti hanno nel mirino i più poveri, il reddito penalizza le famiglie più numerose. La sua attuazione e i controlli sono "essenziali". Quanto a "Quota 100" per il Fmi, le regole per il pensionamento anticipato sono state "allentate notevolmente. Questo potrebbe aumentare il numero dei pensionati, ridurre la partecipazione al mercato del lavoro e la crescita potenziale, e aumentare i già elevati costi pensionistici".

martedì 9 ottobre 2018

Fmi taglia stime Pil Italia: pesano incertezza politica e debito

ROMA - Il Fmi taglia le stime sul Pil italiano portandolo all'1,2% nel 2018 (rispetto all'1,5% di aprile) e all'1% nel 2019 (dall'1,1% di aprile). Lo si apprende nel World Economic Outlook in cui si aggiunge che le previsioni sono invariate rispetto all'aggiornamento del luglio scorso. Nel 2017 invece la crescita si e' attestata all'1,5%.

Il Pil italiano nel quarto trimestre di quest'anno dovrebbe attestarsi allo 0,8% (rispetto al quarto trimestre dell'anno precedente) e all'1,3% nel quarto trimestre 2019. Il taglio, spiega il Fondo, e' da attribuire al "deterioramento nella domanda esterna e interna e all'incertezza dell'agenda politica del nuovo governo".

L'allargamento dello spread tra Btp e Bund tedeschi è da ricercare, secondo il Fondo, nella "possibilità di una retromarcia sul cammino delle riforme o nella eventualità di politiche che danneggino la sostenibilità del debito". In generale, si legge nel rapporto, l'incertezza sulle politiche potrebbe scoraggiare gli investimenti privati e indebolire l'attività economica in diversi Paesi aumentando la probabilità di un rallentamento delle riforme o di significativi cambiamenti negli obiettivi politici.

lunedì 16 luglio 2018

Fmi: al ribasso Pil Italia in 2018, +1,2%

ROMA - Il Fondo Monetario Internazionale rivede al ribasso le stime di crescita per il Belpaese per il 2018 e il 2019. Dopo il +1,5% del 2017, il pil dell'Italia crescerà quest'anno dell'1,2%, ovvero 0,3 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di aprile. Il prossimo anno la crescita si fermerà all'1,0%, -0,1 punti. La revisione al ribasso e' legata agli ''spread più ampi sui titoli di stato e alle più strette condizioni finanziarie in seguito alla maggiore incertezza politica e che dovrebbero farsi sentire sulla domanda interna''.

giovedì 7 giugno 2018

Fmi, monito all'Italia: "Salvaguardare i conti pubblici"

NEW YORK - ''E' chiaramente all'inizio. Abbiamo fiducia che l'Italia avviera' politiche per mantenere la sostenibilita''' dei conti: e' ''importante salvaguardare le finanze pubbliche, e costruire sulle riforme del passato. Non abbiamo ancora avuto l'occasione di incontrare le nuove autorita'''. A dichiararlo il portavoce del Fmi, Gerry Rice, rispondendo a chi gli chiedeva se il Fondo avesse consigli per il nuovo governo italiano e se fosse preoccupato per la sostenibilità del debito pubblico.

venerdì 20 aprile 2018

Bce, Draghi: crescita robusta ma serve pazienza

WASHINGTON - "L'economia dell'area dell'euro ha continuato a espandersi in modo robusto, con una crescita diffusa in tutti i paesi e settori". A dichiararlo il presidente della Bce Mario Draghi nel discorso depositato all'Imfc, il comitato allargato del Fmi.

"Guardando al futuro - ha continuato il n.1 della Bce - mentre la nostra fiducia nelle prospettive di inflazione è aumentata, le incertezze che ancora permangono ci spingono a garantire pazienza, perseveranza e prudenza nella politica monetaria. Rimane comunque necessario un ampio grado di stimoli monetari affinché le pressioni inflazionistiche sottostanti continuino a crescere e sostengano gli sviluppi dell'inflazione complessiva nel medio termine".

giovedì 19 aprile 2018

Fmi: "Per l'Italia la priorità dovrebbe essere il risanamento dei conti"

NEW YORK - "Nel 2018 alcuni paesi, come l'Italia o il Canada, dovrebbero mantenere una politica di bilancio neutrale, per poi riprendere il consolidamento nei prossimi anni" ha dichiarato l'Fmi nel Fiscal Monitor.

"Per il nostro paese la priorità dovrebbe essere l'avvio di un consolidamento fiscale credibile e ambizioso per porre il debito su un solido percorso discendente. La base di questo processo dovrebbe essere il taglio della spesa primaria corrente, ll sostegno alle fasce più deboli, l'aumento degli investimenti e la riduzione del carico fiscale sul lavoro, con un ampliamento della base imponibile e uno spostamento verso la tassazione delle ricchezze e degli immobili e dei consumi. Dal 2012 vi è una traiettoria discendente dei deficit pubblici, con una riduzione media pari all'1,6% del Pil a partire dal 2012, soprattutto grazie alla riduzione della spesa per interessi in paesi come l'Italia, la Germania e la Francia. Tuttavia si evidenzia per il nostro paese un incremento della spesa pensionistica che, anche alla luce dell'invecchiamento della popolazione, dovrebbe spingere la spesa pubblica a sostenere la crescita della forza lavoro attraverso un aumento dell'accesso all'apprendistato".

giovedì 15 marzo 2018

Dazi, Fmi: "Non portino a pericoloso protezionismo"

WASHINGTON - Il ''protezionismo e' pernicioso'': danneggiare gli scambi commerciali ''e' negativo per l'economia e la gente''. A lanciare l'allarme il direttore generale del Fmi. Christine Lagarde, che invita la politica affinche' assicuri che i recenti dazi annunciati dagli Stati Uniti non si traducano in ''una piu' ampia escalation delle misure protezioniste. La storia mostra che le guerre commerciali non solo fanno male alla crescita, ma non si possono vincere''.

lunedì 5 febbraio 2018

Fmi: "Italia al primo posto per l'economia sommersa"

ROMA - "Italia al primo posto tra i principali Paesi della zona euro per la 'quota' di economia illegale" si legge in una nota del Working Paper pubblicato dal Fondo monetario internazionale.

"In Italia la percentuale media di sommerso tra il 1991-2015 è stata pari al 24,9% del pil; poi troviamo la Spagna dove il sommerso ha raggiunto in media il 24,5% del prodotto interno lordo. Peggio di Roma e Madrid tra le maggiori economie di Eurolandia ha fatto solo la Grecia, Paese di cui è noto l'alto tasso di evasione dei suoi contribuenti, con il 27% di economia illegale rispetto al prodotto interno lordo nello stesso arco di tempo. Il Portogallo si è fermato a una media del 21,8%; la Francia del 14%, mentre in Germania l'economia illegale media è stata pari all'11,9%. Tra i virtuosi nel Vecchio Continente, il Lussemburgo dove la shadow economy si è fermata in media al 10,6% del pil, stesso livello più o meno in Olanda con il 10,7%. Ma è l'Austria il Paese che ha segnato la quota media più bassa d'Europa per attività non dichiarate con l'8,9% tra il 1991-2015. Ha fatto ancora meglio - ma fuori dall'UE - la Svizzera con il livello medio più basso del mondo, al 7,2%. In Gran Bretagna il sommerso ha raggiunto una media l'11% del pil, mentre negli Usa si è fermato all'8,3% del pil. Allargando l'orizzonte al resto del mondo, i Paesi con la posizione peggiore sono la Bolivia con un livello medio di sommerso al 62,3% del pil nell'arco di 25 anni, seguita dall'instabile Zimbabwe con il 60,6%. Fra le economie Brics in Cina la quota media di economia non dichiarata è stata del 14,6% nel 1991-2015; in Brasile si è attestata al 37,6%; la Russia al 38,4%".

lunedì 22 gennaio 2018

Italia, Fmi alza stime Pil, crescita 2018 vista a 1,4%, 2019 a 1,1%

MILANO (Reuters) - Il Fondo monetario internazionale alza le stime di crescita dell'Italia per quest'anno e il prossimo, ma non manca di mettere in guardia sui rischi politici, in vista delle elezioni del 4 marzo.

Nell'aggiornamento al World Economic Outlook, il Fondo indica una crescita dell'1,4% sul 2018, contro l'1,1% ipotizzato lo scorso ottobre, e dell'1,1% per il 2019, dal precedente 0,9%.

"I tassi di crescita per molti Paesi dell'area euro sono stati ritoccati al rialzo, in particolare per Germania, Italia e Paesi Bassi, per riflettere l'andamento più robusto della domanda interna e la più elevata domanda esterna" si legge nel documento, diffuso oggi dal World Economic Forum di Davos.

Per il 2017 la stima sul Pil italiano è rivista a 1,6% dall'1,5% di ottobre.

All'opposto l'istituzione di Washington ha rivisto lievemente al ribasso, 2,4% da 2,5%, la stima di crescita per il Pil 2018 della Spagna, come conseguenza dell'effetto dell'incertezza politica su fiducia e domanda.

Il Fmi fornisce anche le stime sulla crescita tendenziale al quarto trimestre: 1,5% per il 2017, 1,4% per il 2018 e 0,9% per il 2019.

Per quanto in miglioramento, le prospettive dell'economia italiana restano ampiamente più deboli rispetto alla media della zona euro: per quest'ultima il Fmi stima un +2,4% nell'anno appena concluso, un +2,2% nel 2018 e un +2,0% nel 2019 (in tutti tre i casi le previsioni sono state alzate di 0,3 punti percentuali rispetto a ottobre).

Parlando poi dei potenziali fattori di rischio sull'outlook di crescita, il Fmi cita l'"incertezza politica", che "dà luogo a rischi sull'attuazione delle riforme o alla possibilità di un riorientamento delle agende di politica, anche nel contesto delle prossime elezioni in diversi paesi", tra cui viene esplicitamente menzionata l'Italia (oltre a Brasile, Colombia e Messico).

lunedì 13 novembre 2017

Il Fondo Monetario conferma: "L'Italia è in ripresa"

ROMA - Il Fondo Monetario Internazionale conferma la ripresa dell'Italia quest'anno al +1,5%. Nel Regional Economic Outlook per l'Europa, il Fondo prevede l'accelerazione in un contesto di crescita rafforzata in Europa e nell'Eurozona.

Il pil italiano crescerà dell'1,1% nel 2018 e dello 0,9% nel 2019. Ribadite anche le stime per la disoccupazione, che calerà all'11,4% nel 2017. Il debito quest'anno e' atteso al 133%, per scendere al 131,4% nel 2018 e al 128,8% nel 2019. Il deficit e' stimato al 2,2% nel 2017, per scendere all'1,3% nel 2018 e allo 0,3% nel 2019.

Il Fondo monetario raccomanda quindi all'Italia di rafforzare gli sforzi nella lotta alla corruzione. "La riforma giudiziaria e il controllo della corruzione sono considerate priorità in diversi paesi europei", osserva il Fmi nel Regional Economic Outlook per l'Europa rimarcando quanto sia importante ''rafforzare gli sforzi anti corruzione in Bulgaria, Grecia, Ungheria, Italia, Romania e Ucraina".

venerdì 21 luglio 2017

Grecia, Fmi approva prestito da 1,8 mld dlr in linea di principio

WASHINGTON (Reuters) - Il Fmi ha approvato in linea di principio un prestito, di tipo 'standby', a favore della Grecia da 1,8 miliardi di dollari, impegnandosi per la prima volta in due anni a partecipare -- a determinate condizioni -- al programma di bailout del Paese.
L'approvazione 'in linea di principio' significa tuttavia che il Fmi non renderà disponibili i fondi finché non avrà ricevuto dai creditori europei della Grecia "specifiche e credibili rassicurazioni" su misure per garantire la sostenibilità del debito del Paese.

Lo sblocco dei fondi -- con cui il Fmi entrerebbe effettivamente nel terzo programma di salvataggio, attualmente finanziato solo a livello europeo -- è inoltre condizionato alla prosecuzione da parte di Atene del percorso di riforme economiche.

Una nuova delibera del board del Fmi sarà necessaria per rendere pienamente effettivo il finanziamento, la cui scadenza è fissata il 31 agosto 2018, appena dopo la conclusione prevista del programma di sostegno finanziario dell'Esm europeo.

"Il programma fornisce sia ossigeno per mobilizzare sostegno a favore delle più profonde riforme strutturali di cui la Grecia ha bisogno per prosperare all'interno della zona euro, sia uno schema di riferimento per i partner europei per assicurare un ulteriore alleggerimento del debito e ripristinare la sostenibilità del debito della Grecia" si legge in un comunicato del direttore generale del Fondo Christine Lagarde.

martedì 18 aprile 2017

Italia, Fmi: crescita non accelera, prosegue a mezza velocità su zona euro

MILANO (Reuters) - Dopo lo 0,9% con cui si è chiuso il 2016 l'economia italiana dovrebbe mostrare una lievissima frenata in luogo della modesta ripresa su cui scommette il governo, con un nuovo biennio inferiore a 1% ma soprattutto a velocità dimezzata rispetto alla media della zona euro.

Queste le ultime stime del Fondo monetario internazionale contenute nel rapporto semetrale 'World economic outlook', dove la previsione sul prodotto interno lordo nazionale si ferma a 0,8% sia per quest'anno sia per il prossimo.

Sono valori da confrontare da un lato con le precedenti attese Fmi, risalenti all'aggiornamento di gennaio, pari a 0,7% per il 2017 e 0,8% per il 2018, ma soprattutto con il Def della settimana scorsa, in cui stanno scritti rispettivamente 1,1% e 1,0%.

Se il quadro degli economisti di Washington è basato sull'aggiornamento del Def di settembre 2016 e sulla finanziaria 2017, come specifica una nota, resta pur sempre simbolico il distacco rispetto alla media della zona euro vista a 1,7% per quest'anno, come registrato nel 2016, e 1,6% il prossimo.

"Nel biennio 2017/2018 la ripresa economica della zona euro dovrebbe procedere a livello simile al 2016" si legge nel primo capitolo del rapporto, dal titolo 'Gaining Momentum?'.

Se da un lato beneficia di un orientamento fiscale moderatamente espansivo, costi di finanziamento per le banche estremamente contenuti, una svalutazione del cambio e possibili contagi positivi dalla cosiddetta 'Trumponomics' -- scrive il Fondo -- il quadro congiunturale della zona euro è dominato da incertezza in vista dei prossimi importanti appuntamenti elettorali e delle evoluzioni del rapporto con Londra dopo l'addio alla Ue.

Nell'ambito delle economie avanzate -- insieme a Francia, Portogallo, Spagna e Grecia -- l'Italia è annoverata tra i Paesi con il maggiore 'output gap', vale a dire la differenza tra la crescita reale e quella potenziale.

"Le prospettive di medio termine per l'intera zona euro restano offuscate, dal momento che la crescita potenziale è ostacolata da una debole produttività, condizioni demografiche sfavorevoli e, nel caso di alcuni Paesi, lasciti della crisi finanziaria sul debito sia pubblico sia privato, con un elevato livello di crediti deteriorati" scrive ancora il Fondo.

DEBITO/PIL IN CALO SOLO NEL 2018

Tornando all'Italia nello specifico, l'anemia della crescita non può che riflettersi sulla dinamica dei conti pubblici, in particolare sul debito che dovrebbe portarsi quest'anno a 132,8% del Pil -- due decimi oltre fine 2016 -- e 131,6% nel 2018.
Leggermente più ottimista il governo nel Def, che quanto meno proietta una china modestamente discendente indicando 132,5% sul 2017 e 131,0% sul 2018.

Un ausilio al decumulo del debito dovrebbe comunque arrivare dalla ripresa dell'inflazione, considerato che dopo il calo di 0,1% della media 2016 il costo della vita dovrebbe mostrare un aumento di 1,3% sia quest'anno sia il prossimo.
Quanto al disavanzo, la traiettoria prefigurata dal Fondo indica 2,4% del Pil -- invariato dall'anno scorso -- sul 2017 e 1,4% sul 2018, contro rispettivi 2,1% e 1,2% delle nuove stime Def.

A livello strutturale l'attesa Fmi è di 1,6% su quest'anno e 0,8% sul prossimo, in entrambi i casi di un decimo oltre a quella ufficiale del governo.

Da ricordare che insieme al Documento di economia e finanza, il consiglio dei Ministri della scorsa settimana ha dato il via libera alla manovra aggiuntiva chiesta da Bruxelles: una correzione di 0,2% del deficit strutturale -- entro fine aprile -- in modo da evitare la procedura Ue per debito eccessivo. Le regole comunitarie prevedono infatti che un Paese ad alto debito lo riduca di un ventesimo l'anno per la parte eccedente il 60%.