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venerdì 13 dicembre 2024

Ernesto Maria Ruffini lascia l’incarico di Direttore dell’Agenzia delle Entrate

ROMA - Il Direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha annunciato questa mattina la sua decisione di lasciare l'incarico, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. La notizia arriva in un momento di forte dibattito politico e sociale, con Ruffini che ha scelto di commentare anche l’ipotesi di un suo impegno in politica.

"Non scendo in campo", ha dichiarato Ruffini, rispondendo a speculazioni secondo cui sarebbe stato candidato a ricoprire un ruolo di 'federatore' dell'area centrista dell’opposizione. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha precisato di non essere interessato ad un coinvolgimento diretto nella politica attiva, ma ha rivendicato il diritto di esprimere le proprie opinioni su temi di interesse pubblico.

Ruffini ha inoltre preso posizione contro alcune interpretazioni che sono state fatte del suo lavoro. "Ho letto che parlare di bene comune sarebbe una scelta di campo. E che dunque dovrei tacere oppure lasciare l'incarico", ha spiegato, criticando chi ha cercato di descrivere il suo ruolo in modo caricaturale. Ha sottolineato come il contrasto all'evasione fiscale, una delle principali battaglie dell'Agenzia delle Entrate durante la sua gestione, non debba essere considerata una "scelta di parte", ma un impegno per il bene comune, ribadendo che "non c’è nulla di cui vergognarsi".

mercoledì 29 maggio 2024

Più di 1 milione di dichiarazioni precompilate trasmesse dai cittadini


ROMA - L'Agenzia delle Entrate ha annunciato che, ad otto giorni dall'apertura del canale per l'invio delle dichiarazioni precompilate, già sono state trasmesse dai cittadini oltre 1 milione di dichiarazioni, registrando un aumento del 28% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Tra le dichiarazioni trasmesse, circa 987mila riguardano il modello 730, mentre le restanti sono relative ai Redditi delle Persone Fisiche. È interessante notare che più del 60% dei contribuenti che hanno inviato il modello 730 ha scelto la nuova modalità semplificata, introdotta in via sperimentale quest'anno.

Questi dati evidenziano una forte adesione dei contribuenti alla possibilità di utilizzare le dichiarazioni precompilate, dimostrando l'efficacia e l'accoglienza positiva di questa innovazione nel processo di dichiarazione dei redditi.

mercoledì 22 maggio 2024

Il Fisco torna a monitorare le spese dei contribuenti: il redditometro è di nuovo attivo


Il redditometro, uno strumento utilizzato per stimare il reddito presunto dei contribuenti attraverso le loro spese, torna in azione. Sospeso nel 2018, il suo utilizzo è stato riattivato a partire dai redditi del 2016 grazie a un decreto recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale e firmato dal vice ministro all'Economia, Maurizio Leo.

TENSIONI POLITICHE

La notizia ha suscitato divisioni all'interno della maggioranza di governo. Maurizio Leo ha chiarito: “Non c’è nessun ritorno al vecchio redditometro. Il decreto ministeriale pubblicato in questi giorni in Gazzetta mette finalmente dei limiti al potere discrezionale dell'amministrazione finanziaria di attuare l'accertamento sintetico”. Fratelli d’Italia sostiene che questa sia una limitazione del raggio d’azione del sistema anti evasione, contestato da molti.

COME FUNZIONA IL REDDITOMETRO

Il redditometro analizzerà una vasta gamma di spese per determinare il reddito presunto dei contribuenti. Tra queste, figurano medicinali, visite mediche, bollette, spese per il mutuo, telefono, piante, fiori e persino il mantenimento di cavalli. Le verifiche riguarderanno i redditi dal 2016 in poi, utilizzando i dati già presenti nell'anagrafe tributaria o un livello minimo di spesa presunta.

I contribuenti avranno la possibilità di difendersi, dimostrando che le spese sono state finanziate con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo d'imposta o che le spese attribuite hanno un diverso ammontare. Sarà possibile anche dimostrare che la quota del risparmio utilizzata per consumi e investimenti si è formata nel corso di anni precedenti.

LE SPESE SOTTO ESAME

Consumi di base

Il lungo elenco delle spese monitorate comprende generi alimentari, bevande, abbigliamento e calzature, considerando il valore della soglia di sussistenza individuata dall'Istat in assenza di dati certi presenti nel Sistema informativo dell'Anagrafe.

Mutuo, affitto e investimenti

Saranno prese in considerazione le spese per il mutuo, l'affitto, il leasing immobiliare, le spese condominiali, per la manutenzione della casa e per eventuali agenti immobiliari. Anche quasi tutti gli investimenti, dalle azioni ai francobolli, compreso l'oro, saranno monitorati.

Energia, casa e salute

Le spese per combustibili ed energia saranno verificate, inclusi gli impianti di riscaldamento centralizzato. Saranno considerate anche le spese per mobili, elettrodomestici, servizi per la casa e collaboratori domestici. Anche le spese sanitarie, dai medicinali alle visite mediche, non sfuggiranno all'esame.

Trasporti

Si controlleranno le spese per assicurazioni e manutenzione di auto, moto, caravan, camper, minicar, aerei e natanti. Anche i costi di trasporti pubblici come tram, autobus e taxi saranno presi in esame.

Comunicazioni e scuola

Anche l'acquisto di nuovi cellulari e le relative bollette saranno analizzate, insieme alle spese per l'istruzione. Queste includono libri scolastici, tasse scolastiche, rette per asili nido, scuole di ogni ordine e grado, corsi di lingue straniere, corsi universitari, tutoraggio, scuole di specializzazione, master e soggiorni di studio all'estero.

Tempo libero e cavalli

Le spese per giochi, radio, televisione, computer, libri, giornali, abbonamenti a pay-tv, attività sportive e il mantenimento di cavalli saranno monitorate. Anche le spese veterinarie per gli animali domestici, gli assegni al coniuge, la bigiotteria, il barbiere e il parrucchiere saranno sotto la lente d’ingrandimento.

Con la reintroduzione del redditometro, il fisco punta a una maggiore trasparenza e correttezza nella dichiarazione dei redditi, pur garantendo ai contribuenti la possibilità di difendersi e di giustificare le proprie spese. La misura, pur con le sue controversie, rappresenta un passo verso un sistema fiscale più equo e controllato.

lunedì 21 marzo 2022

Quali sono i bonus casa attivi quest'anno


Agevolazioni per acquistare mobili, ecobonus e sostegni per l'eliminazione di barriere architettoniche. Ecco cosa serve sapere a chi ha intenzione di usufruire dei vari bonus tra scadenze, tetti di spesa e crediti cedibili.

Ecobonus e bonus ristrutturazioni - Sarà possibile usufruire sino al 2024 anche dell'ecobonus e dell’agevolazione fiscale rivolta ai contribuenti soggetti all’Irpef, residenti o meno nel territorio dello Stato, che sostengono le spese di ristrutturazione. Questi ultimi possono infatti detrarre dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) una parte delle spese sostenute per i lavori nell'anno, secondo il criterio di cassa

Superbonus 110% - La detrazione per le spese sostenute per interventi finalizzati all’efficienza energetica o alla riduzione del rischio sismico degli edifici spetta fino al 2025 se questi interventi vengono realizzati su condomìni ed edifici da 2 a 4 abitazioni ed è pari al 110% se i lavori verranno conclusi entro il 2023. Scende poi al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. Differente il discorso per le villette unifamiliari. In questo caso la detrazione è stata infatti confermata solo fino al 31 dicembre 2022 a condizione che alla data del 30 giugno 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell'intervento complessivo.

Bonus mobili - La misura è stata prorogata fino al 2024. L'Agenzia delle Entrate spiega che in base alle ultime disposizioni e "indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione, è possibile fruire di una detrazione del 50% calcolata su un importo massimo di 10.000 euro per l’anno 2022 e di 5.000 euro per gli anni 2023 e 2024.

Bonus facciate - Questo tipo di agevolazione fiscale consiste in una detrazione d’imposta del 60% delle spese sostenute nel 2022, per interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti, di qualsiasi categoria catastale, compresi gli immobili. strumentali.

Bonus eliminazione barriere architettoniche - La legge di Bilancio 2022 ha introdotto una nuova agevolazione, valida solo per le spese sostenute nel 2022, per gli interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche in edifici già esistenti. Il bonus è pari al 75% delle spese sostenute fino a un importo massimo variabile, da 30mila a 50mila euro, a seconda dell’edificio su cui sono eseguiti i lavori.

Bonus verde - L'agevolazione consiste in una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi. Se ne può usufruire fino al 2024 anche per realizzare coperture a verde e di giardini pensili.

sabato 11 dicembre 2021

Evasione fiscale, Cgia: "E' scesa a 80 mld"


MESTRE - Finalmente l’evasione fiscale diminuisce. Sebbene siano dati ancora parziali, secondo il tax gap elaborato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel 2019 (ultima annualità disponibile), l’evasione fiscale presente nel nostro Paese sarebbe scesa a 80,6 miliardi di euro. Se utilizziamo la stessa metodologia di calcolo anche per gli anni precedenti, negli ultimi 5 anni gli 007 del fisco hanno “recuperato” ben 13 miliardi di euro. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.

Pur non potendo contare ancora su almeno 80 miliardi di euro di tasse ogni anno, l’Amministrazione finanziaria italiana sembra essere riuscita a trovare la strada giusta per combattere efficacemente questa piaga sociale ed economica che da sempre caratterizza negativamente il nostro Paese.

Tra la compliance fiscale, lo split payment e, a partire dal 2019, per mezzo della fatturazione elettronica, una serie di contribuenti – tra cui gli evasori incalliti, chi riceveva i pagamenti dallo Stato per un servizio o una prestazione lavorativa resa e poi non versava l’Iva e, infine, i professionisti delle cosiddette “frodi carosello” – sono stati indotti a ravvedersi. Non solo; anche il leggero calo delle tasse registrato in questi ultimi anni ha sicuramente avuto un effetto positivo sul fronte delle entrate. Sebbene sia ancora del tutto insufficiente, la contrazione della pressione fiscale ha contribuito a ridurre l’evasione, soprattutto quella che in gergo viene chiamata di “sopravvivenza”.

Cosa fare per ridurre l’evasione

Se riusciremo a contrastare con maggiore incisività l’economia sommersa, faremo pagare le tasse anche ai colossi dell’e-commerce presenti nel nostro Paese, riusciremo a incrociare in maniera efficace le 161 banche dati fiscali che possiede l’Amministrazione finanziaria e e, infine, assisteremo a una seria riforma del fisco che tagli strutturalmente il peso delle tasse su tutti i contribuenti, non è da escludere che nel giro dei prossimi 4/5 anni l’evasione fiscale presente in Italia potrebbe addirittura ridursi della metà, allineandosi così al dato medio europeo. Ovvio che ci vuole il concorso di tutti e se molti contribuenti hanno cominciato a comportarsi correttamente nei confronti del fisco è anche perché negli ultimi anni chi è stato chiamato a spendere i soldi pubblici ha finalmente cominciato a farlo con oculatezza. Certo, gli sprechi e gli sperperi ci sono ancora, ci mancherebbe, tuttavia l’evasione si contrasta anche razionalizzando la spesa pubblica.

Ecco chi paga l’Irpef

A seguito della discussione politica introdotta con la riforma dell’Irpef, dal mondo sindacale, ma anche da alcuni “tecnici”, si è tornati a sostenere che l’imposta sul reddito delle persone fisiche sarebbe pagata per quasi il 90 per cento da pensionati e lavoratori dipendenti.

Ci permettiamo di ribadire che questa affermazione è del tutto fuorviante, perché sottende che in Italia a pagare la quasi totalità dell’Irpef sarebbero solo due categorie di contribuenti: quelle richiamate poc’anzi. In realtà chi continua a ripetere questa ovvietà è “vittima” di un grave abbaglio statistico/interpretativo.

sabato 27 novembre 2021

Tasse, Cgia: inizio settimana da incubo. Imprese verseranno al Fisco 27 mld


MESTRE - Lunedì e martedì prossimi saranno due giorni da “incubo” per gli imprenditori italiani che saranno chiamati a onorare la scadenza fiscale più onerosa dell’anno. Tra il pagamento degli acconti Ires, Irap Irpef e dell’imposta sostitutiva in capo alle attività in regime forfettario, l’Ufficio studi della CGIA stima che le imprese saranno chiamate a versare all’Erario 27 miliardi di euro. Entro martedì, in buona sostanza, lo Stato incasserà un importo che sfiora la dimensione economica che caratterizzerà la prossima manovra di bilancio che, ricordiamo, ammonta a circa 30 miliardi.

Gli artigiani, i commercianti e i lavoratori autonomi, inoltre, dovranno pagare i propri contribuiti previdenziali all’Inps. A fronte di questa situazione non mancheranno casi in cui sarà difficile onorare questa scadenza; purtroppo, la mancanza di liquidità sta tornando ad essere un problema assillante, soprattutto per tantissime piccole e micro imprese.

Riforma fiscale: la CGIA in linea con il Governo

L’accordo politico raggiunto nei giorni scorsi sul taglio delle imposte, così come previsto dalla prossima legge di Bilancio, è stato salutato positivamente dalla CGIA. Con 7 miliardi di Irpef in meno e la riduzione di un miliardo di Irap, gli artigiani mestrini ricevono una risposta in linea con la posizione assunta in questi mesi: gli 8 miliardi di riduzione messi in manovra dal Governo dovevano interessare quasi esclusivamente l’Irpef. E così è stato. Certo, tutto questo non è ancora sufficiente e la CGIA confida nella legge delega affinché l’esecutivo riduca ulteriormente le imposte, contribuendo a portare la nostra pressione fiscale in linea con la media europea. Da tempo immemorabile, infatti, gli imprenditori italiani, da sempre fortemente vocati all’export, chiedono un fisco meno invasivo che gli permetta di misurarsi ad armi pari con i propri concorrenti stranieri.

Rispetto al 2020 il fisco incassa 47 miliardi in più

Rispetto al 2020, quest’anno lo Stato incasserà 47 miliardi in più. Un maggiore gettito dovuto, ovviamente, alla ripresa economica in atto. Infatti, nonostante l’incremento delle entrate totali, la pressione fiscale è destinata a scendere. Se nel 2020 con una caduta del Pil di quasi il 9 per cento era salita al 42,8 per cento (al lordo della misura 100 euro), quest’anno si abbassa di quasi un punto attestandosi, nonostante il significativo aumento del gettito in termini assoluti, al 41,9 per cento. Sempre secondo i dati presentati nei mesi scorsi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze con la Nota di Aggiornamento del DEF, la pressione fiscale nel 2022, invece, si allineerà al 42 per cento.

lunedì 4 ottobre 2021

Fisco: dal 1° ottobre Agenzia Riscossione attiva anche in Sicilia


ROMA - Dal 1° ottobre Agenzia delle entrate-Riscossione estende la propria attività nella Regione Siciliana diventando così l’ente pubblico di riscossione per l’intero territorio nazionale. Il Decreto Sostegni-bis (DL n. 73/2021) ha infatti disposto lo scioglimento di Riscossione Sicilia Spa e il relativo passaggio delle funzioni all’Ente nazionale. I cittadini siciliani avranno fin da subito a disposizione il sito internet istituzionale www.agenziaentrateriscossione.gov.it per utilizzare i servizi online e svolgere in autonomia le principali operazioni, come ad esempio chiedere informazioni o documentazione, consultare la situazione debitoria ed effettuare i pagamenti. Inoltre, sarà possibile richiedere le rateizzazioni o presentare le dichiarazioni di sospensione legale della riscossione utilizzando gli specifici indirizzi e-mail riportati sulla modulistica di riferimento. Tra le principali novità c’è la modalità di prenotazione appuntamenti agli sportelli siciliani che, a partire dal 1° ottobre, dovrà essere effettuata sul sito di Agenzia delle entrate-Riscossione in pochi e semplici passaggi.

COSA PREVEDE IL RIASSETTO. Il Decreto Sostegni-bis (Decreto Legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito con modificazioni dalla Legge 23 luglio 2021, n. 106) dispone lo scioglimento della società Riscossione Sicilia Spa, che sarà cancellata d’ufficio dal registro delle imprese ed estinta senza che sia esperita alcuna procedura di liquidazione. Secondo quanto previsto dalla legge, a partire dal 1° ottobre 2021 l’esercizio delle funzioni dell’attività di riscossione nella Regione Siciliana è affidato all’Agenzia delle Entrate che lo svolge tramite l’Agenzia delle entrate-Riscossione. Quest’ultima subentra, a titolo universale, nei rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali, di Riscossione Sicilia Spa e acquisisce alle proprie dipendenze senza soluzione di continuità il personale in servizio. La riorganizzazione, che riguarda 669 dipendenti e 9 sportelli dislocati sul territorio dell’isola, vede la costituzione della nuova Direzione Regionale Sicilia.

SERVIZI, SPORTELLI E SITO INTERNET. Dal 1° ottobre i cittadini siciliani potranno avvalersi di alcuni nuovi servizi e canali di contatto, già disponibili sul resto del territorio nazionale, collegandosi al sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it direttamente dal proprio pc, tablet e smartphone. Senza necessità di pin e password, si possono chiedere informazioni, assistenza o documentazione, scrivendo una semplice e-mail al Servizio Contribuenti o utilizzando specifici indirizzi di posta elettronica presenti sul sito per casi urgenti e indifferibili, effettuare pagamenti, scaricare i modelli per la presentazione delle istanze di rateizzazione o delle dichiarazioni di sospensione legale da inviare utilizzando gli indirizzi di posta elettronica riportati sulla modulistica di riferimento.

L’accesso all’area riservata, nella quale è disponibile - in continuità con la precedente gestione - il servizio per controllare in autonomia la propria situazione debitoria e per effettuare i pagamenti, deve avvenire utilizzando le credenziali Spid, Cie o Cns. Di conseguenza, quelle fornite dal precedente gestore perderanno la loro validità. Per gli intermediari fiscali, le precedenti deleghe saranno valide ancora per un breve periodo per consentire il nuovo conferimento, che potrà avvenire online o nelle altre modalità previste.

Restano invariate le sedi degli sportelli, ma dal 1° ottobre cambia la modalità di prenotazione degli appuntamenti per essere ricevuti negli uffici, che non sarà più telefonica o via e-mail, ma dovrà essere effettuata collegandosi al sito internet di Agenzia delle entrate-Riscossione nella sezione “Trova lo sportello e prenota”. Gli sportelli della Regione osserveranno l’orario di apertura del resto degli uffici dell’Agenzia, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.15 alle 13.15 (semifestivo alle 12:15).

Infine, per informazioni e assistenza è disponibile il contact center di Agenzia delle entrate-Riscossione, attivo tutti i giorni, 24 ore su 24 e, con operatore, dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle 18, al numero unico 06 01 01, sia da telefono fisso che da cellulare (costi secondo piano tariffario).

 

venerdì 27 agosto 2021

Agenzia Riscossione: online le Faq su stop cartelle e scadenze rottamazione


ROMA - Agenzia delle entrate-Riscossione ha pubblicato gli aggiornamenti delle risposte alle domande più frequenti (Faq) con le novità introdotte in materia di riscossione dalla legge di conversione del decreto “Sostegni- bis” (Legge n. 106/2021).

In particolare, la legge contiene la proroga fino al 31 agosto 2021 del termine finale di sospensione della notifica degli atti, delle procedure di riscossione nonché dei pagamenti delle cartelle e delle rateizzazioni, già disposta dal decreto Lavoro (DL n. 99/2021) poi confluito nella legge di conversione del decreto “Sostegni-bis”.

Il provvedimento, inoltre, ha definito nuovi termini per il pagamento delle quattro rate della “rottamazione-ter” e delle due rate del “saldo e stralcio” previste nel 2020 e non ancora versate, concedendo ai contribuenti in ritardo la possibilità di diluire i versamenti in più mesi. La norma, modificando la previsione contenuta nel precedente decreto Sostegni (DL n.41/2021) che disponeva il pagamento in un’unica soluzione entro il termine ultimo del 31 luglio 2021, concede la facoltà di effettuare i versamenti delle rate 2020 ancora dovute ripartendoli nei mesi di luglio, agosto, settembre e ottobre 2021, senza perdere le agevolazioni previste. Il primo appuntamento è quindi fissato al prossimo 31 luglio (che essendo un sabato slitta al 2 agosto) quando si dovranno pagare le rate scadute il 28 febbraio 2020 (per la rottamazione-ter) e il 31 marzo 2020 (per il saldo e stralcio).

Vediamo nel dettaglio i principali chiarimenti contenuti nelle Faq sulle ultime misure introdotte dalla Legge n. 106/2021 in materia di riscossione, pubblicati sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it dove è anche consultabile un vademecum con tutte le informazioni utili.

NUOVI TERMINI PER ROTTAMAZIONE-TER E SALDO E STRALCIO. La legge n. 106/2021 ha rideterminato i termini per il versamento delle rate della “rottamazione-ter” (Decreto Legge n. 119/2018) e del “saldo e stralcio” (Legge n. 145/2018) previste nel 2020. Per non perdere i benefici della definizione agevolata, chi è in regola con i versamenti del 2019, deve effettuare il pagamento delle rate non ancora versate nel 2020 in quattro mesi a partire da luglio 2021. In dettaglio:
entro il 31 luglio 2021 si pagano le rate scadute il 28 febbraio 2020 (rottamazione-ter) e 31 marzo 2020 (saldo e stralcio). Trattandosi di un sabato, la scadenza slitta al 2 agosto 2021;
entro il 31 agosto 2021 si paga la rata scaduta il 31 maggio 2020 (rottamazione-ter);
entro il 30 settembre 2021 si pagano le rate scadute il 31 luglio 2020 (rottamazione-ter e saldo e stralcio);
entro il 31 ottobre 2021 si paga la rata scaduta il 30 novembre 2020 (rottamazione-ter).

Restano confermati i termini per il pagamento delle rate di febbraio, marzo, maggio e luglio 2021 che dovrà avvenire entro il 30 novembre 2021.

Per ogni scadenza è prevista la possibilità di effettuare il pagamento avvalendosi anche dei 5 giorni di tolleranza aggiuntivi concessi dalla legge (quindi per il termine del 2 agosto saranno considerati validi i versamenti effettuati entro il 9 agosto 2021). In caso di pagamenti oltre i termini previsti o per importi parziali, verranno meno i benefici della misura agevolativa e i versamenti effettuati saranno considerati a titolo di acconto sulle somme dovute.

Sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it è possibile chiedere la copia della “Comunicazione delle somme dovute” e dei bollettini di pagamento nonché utilizzare il servizio che consente di verificare la presenza, tra gli importi da pagare in definizione agevolata, di carichi potenzialmente annullabili in base ai requisiti di legge fissati dal decreto Sostegni (D.L. n. 41/2021) per lo “stralcio-debiti”.

STOP NOTIFICHE DEGLI ATTI FINO AL 31 AGOSTO. La legge proroga fino al 31 agosto 2021 (in precedenza era 30 giugno 2021) il periodo finale di sospensione per l’attività di notifica di nuove cartelle, avvisi e di tutti gli altri atti di competenza dell’Agenzia delle entrate-Riscossione. L’attività di notifica degli atti è sospesa dall’8 marzo 2020, in conformità con quanto stabilito dal decreto “Cura Italia” (DL 18/2020), il primo provvedimento emanato a seguito dell’emergenza sanitaria.

PAGAMENTI ENTRO IL 30 SETTEMBRE. È prorogato dal 30 giugno 2021 al 31 agosto 2021 il termine finale di sospensione dei versamenti di tutte le entrate tributarie e non tributarie derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di accertamento esecutivo, avvisi di addebito Inps affidati all’Agente della riscossione, la cui scadenza ricade nel periodo tra l’8 marzo 2020 e il 31 agosto 2021. La sospensione riguarda anche il pagamento delle rate dei piani di dilazione, in scadenza nello stesso periodo (per i soggetti con residenza, sede legale o la sede operativa nei comuni della c.d. “zona rossa” di cui all’allegato 1 del DPCM 1° marzo 2020, la sospensione decorre dal 21 febbraio 2020). I pagamenti degli atti sospesi dovranno essere effettuati entro il mese successivo alla fine del periodo di sospensione, e quindi entro il 30 settembre 2021.

SOSPESI PIGNORAMENTI E PROCEDURE DI RISCOSSIONE. Restano sospese fino al 31 agosto 2021 le procedure cautelari ed esecutive come fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti. La sospensione riguarda anche gli obblighi di accantonamento derivanti dai pignoramenti presso terzi effettuati prima della data di entrata in vigore del decreto Rilancio (19/5/2020), su stipendi, salari, altre indennità relative al rapporto di lavoro o impiego, nonché a titolo di pensioni e trattamenti assimilati. Quindi, le somme oggetto di pignoramento non devono essere sottoposte ad alcun vincolo di indisponibilità e il soggetto terzo pignorato (ad esempio il datore di lavoro) deve renderle fruibili al debitore (ciò anche in presenza di assegnazione già disposta dal giudice dell’esecuzione). Cessati gli effetti della sospensione, e quindi a decorrere dal 1° settembre 2021, riprenderanno a operare gli obblighi imposti al soggetto terzo debitore (e quindi la necessità di rendere indisponibili le somme oggetto di pignoramento e di versamento all’Agente della riscossione fino alla copertura del debito). Rimarranno sospese fino al 31 agosto 2021 anche le verifiche di inadempienza delle Pubbliche Amministrazioni e delle società a prevalente partecipazione pubblica, da effettuarsi, ai sensi dell’art. 48 bis del DPR 602/1973, prima di disporre pagamenti di importo superiore a cinquemila euro. Le Amministrazioni pubbliche dunque possono procedere con il pagamento in favore del beneficiario.

 

 

sabato 31 luglio 2021

Evasione al 15%, Cgia: sottratti al Fisco 110 mld

MESTRE - In attesa della tanto agognata riforma fiscale che, purtroppo, continua ancora a slittare, l’Ufficio studi della CGIA ha stimato che nel 2018 l’evasione presente in Italia fosse di 109,8 miliardi di euro; praticamente oltre 6 punti di Pil. In altre parole, per ogni 100 euro di gettito versato all’erario da cittadini e imprese, 15 sono “rimasti” nei portafogli degli evasori. Lo rende noto la Cgia di Mestre.

Nel Sud le situazioni più “pesanti”: la Calabria, ad esempio, ha registrato una percentuale dell’economia non osservata[2] sul valore aggiunto regionale pari al 21,3; questo ha “provocato” 3,3 miliardi di imposta evasa: in pratica ogni 100 euro di tasse versate dai contribuenti calabresi, al fisco ne sono “sfuggiti” 24,5 euro. Critica anche la situazione in Campania che presentava un peso dell’economia sommersa pari al 19,8 per cento, 10,2 miliardi di imposta non versata che, in termini percentuali, ha portato l’evasione a toccare il 22,7 per cento. Subito dopo troviamo la Sicilia con un’economia in nero del 19,3 per cento, un’evasione di 8,1 miliardi, pari al 22,2 per cento. Le realtà territoriali più “fedeli” al fisco, invece, sono state la Provincia Autonoma di Trento (evasione all’11,3 per cento), la Lombardia (11 per cento) e la Provincia Autonoma di Bolzano (9,7 per cento).

Pur essendo necessaria un’azione più mirata contro l’evasione, sia di piccola che di grande dimensione, l’Ufficio studi della CGIA è convinto che sia necessario ridurre drasticamente il peso del fisco. In altre parole: pagare meno per pagare tutti. Non va altresì dimenticato che una buona parte del mancato gettito, in particolar modo al Sud, è ascrivibile all’evasione di sopravvivenza, per cui non pagare le tasse ha consentito a moltissime attività, non solo per quelle di piccola o micro dimensione, di rimanere in vita, salvaguardando molti posti di lavoro.

mercoledì 16 giugno 2021

Più di 10 milioni di italiani non pagano l'Irpef

ROMA - Non significa che queste persone sono evasori. Hanno redditi così bassi che, complici detrazioni e deduzioni, dichiarano meno della soglia imponibile. Ecco tutti i numeri sulla tassa sul reddito più 'pesante' in Italia.

Quanto pagano in media gli italiani di tasse? Al netto degli effetti del bonus 80 euro, l'imposta netta Irpef risulta pari in media a 5.300 euro e viene dichiarata da circa 31,2 milioni di soggetti - specifica il Mef -, pari a circa il 75% del totale dei contribuenti. Circa 10,4 milioni di soggetti hanno un'imposta netta pari a zero. 

"Si tratta prevalentemente di contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione", oppure "di coloro la cui imposta lorda si azzera per effetto delle detrazioni riconosciute dal nostro ordinamento". Insomma, da una parte c'è chi rientra nella così detta no tax area, dall'altra chi sfrutta le agevolazioni fiscali fino ad azzerare l'Irpef. Inoltre, considerando i soggetti la cui imposta netta è interamente compensata dal bonus "80 euro", i soggetti che di fatto non versano l'Irpef salgono a circa 12,8 milioni.

Il Mef analizza anche i dati per fasce di reddito: il 27% dei contribuenti, che dichiara circa il 4% dell’Irpef totale, si colloca nella classe fino a 15.000 euro; in quella tra i 15.000 e i 70.000 euro si posiziona il 70% dei contribuenti, che dichiara il 67% dell’Irpef totale, mentre solo circa il 4% dei contribuenti dichiara più di 70.000 euro, versando circa il 29% dell’Irpef totale.

venerdì 28 maggio 2021

Dl Sostegni-bis: sul sito di Agenzia Riscossione le faq su cartelle e pagamenti


ROMA - Sono disponibili sul sito internet di Agenzia delle entrate-Riscossione gli aggiornamenti delle risposte alle domande più frequenti (Faq) con le novità introdotte in materia di riscossione dal Decreto “Sostegni-bis” (DL n. 73/2021).

Il provvedimento proroga fino al 30 giugno 2021 il termine finale di sospensione della notifica degli atti, delle procedure di riscossione, dei pagamenti delle cartelle e delle rateizzazioni.

Il decreto sancisce, inoltre, lo scioglimento di Riscossione Sicilia SpA e il riassetto delle attività di riscossione nel territorio della Regione siciliana dove, a partire dl 1° ottobre 2021, sarà operativa Agenzia delle entrate-Riscossione. Si tratta di un nuovo capitolo della riforma organizzativa del settore che consentirà all’ente pubblico di riscossione creato nel 2017 di estendere la propria operatività sull’intero territorio nazionale.

Tutte le informazioni sulle novità normative introdotte negli ultimi mesi sono disponibili sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it, sull’app Equiclick, oppure rivolgendosi al Contact Center al numero 060101.

Vediamo nel dettaglio alcuni chiarimenti contenuti nelle Faq relative alle ultime misure introdotte dal Decreto Sostegni-bis i in materia di riscossione.

PAGAMENTI ENTRO IL 2 AGOSTO. Il decreto n. 73/2021 proroga dal 30 aprile 2021 al 30 giugno 2021 il termine di sospensione dei versamenti di tutte le entrate tributarie e non tributarie derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di accertamento esecutivo, avvisi di addebito Inps, la cui scadenza ricade nel periodo tra l’8 marzo 2020 e il 30 giugno 2021. La sospensione riguarda anche il pagamento delle rate dei piani di dilazione, in scadenza nello stesso periodo (per i soggetti con residenza, sede legale o la sede operativa nei comuni della c.d. “zona rossa” di cui all’allegato 1 del DPCM 1° marzo 2020, la sospensione decorre dal 21 febbraio 2020). I pagamenti degli atti sospesi dovranno essere effettuati entro il mese successivo alla fine del periodo di sospensione, e quindi entro il 31 luglio 2021. Trattandosi di un sabato, il termine ultimo slitta a lunedì 2 agosto.

STOP NOTIFICHE DEGLI ATTI FINO AL 30 GIUGNO. Il decreto “Sostegni-bis” proroga fino al 30 giugno 2021 (in precedenza era 30 aprile 2021) il periodo di sospensione anche per l’attività di notifica di nuove cartelle, avvisi e di tutti gli altri atti di competenza dell’Agenzia delle entrate-Riscossione. L’attività di notifica degli atti è sospesa dall’8 marzo 2020, in conformità con quanto stabilito dal decreto “Cura Italia” (DL 18/2020), il primo provvedimento emanato a seguito dell’emergenza sanitaria.

SOSPESI PIGNORAMENTI E PROCEDURE DI RISCOSSIONE. Restano sospesi fino al 30 giugno 2021 gli obblighi di accantonamento derivanti dai pignoramenti presso terzi effettuati prima della data di entrata in vigore del decreto Rilancio (19/5/2020), su stipendi, salari, altre indennità relative al rapporto di lavoro o impiego, nonché a titolo di pensioni e trattamenti assimilati. Quindi, le somme oggetto di pignoramento non devono essere sottoposte ad alcun vincolo di indisponibilità e il soggetto terzo pignorato (ad esempio il datore di lavoro) deve renderle fruibili al debitore (ciò anche in presenza di assegnazione già disposta dal giudice dell’esecuzione). Cessati gli effetti della sospensione, e quindi a decorrere dal 1° luglio 2021, riprenderanno a operare gli obblighi imposti al soggetto terzo debitore (e quindi la necessità di rendere indisponibili le somme oggetto di pignoramento e di versamento all’Agente della riscossione fino alla copertura del debito). Rimarranno sospese fino al 30 giugno 2021 anche le verifiche di inadempienza delle Pubbliche Amministrazioni e delle società a prevalente partecipazione pubblica, da effettuarsi, ai sensi dell’art. 48 bis del DPR 602/1973, prima di disporre pagamenti di importo superiore a cinquemila euro. Le Amministrazioni pubbliche dunque possono procedere con il pagamento in favore del beneficiario.

DAL 1° OTTOBRE AGENZIA RISCOSSIONE SUBENTRA A RISCOSSIONE SICILIA. Il decreto “Sostegni-bis” dispone, con decorrenza 30 settembre 2021, lo scioglimento della società Riscossione Sicilia Spa e affida, a partire dal 1° ottobre 2021, l’esercizio delle funzioni dell’attività di riscossione nella Regione siciliana all’Agenzia delle Entrate che lo svolge tramite l’Agenzia delle entrate-Riscossione. Quest’ultima subentra, a titolo universale, nei rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali, di Riscossione Sicilia Spa e acquisisce alle proprie dipendenze senza soluzione di continuità il personale in servizio.

 

sabato 22 maggio 2021

Cgia: italiani 'controllati' da 161 banche dati fiscali

MESTRE - In linea puramente teorica e con una forte vena provocatoria è come se il nostro fisco avesse 161 schede su ognuno di noi dove sono fedelmente riportati la nostra capacità reddituale, i consumi e il livello di ricchezza. In altre parole, siamo sicuri di una cosa: al fisco le informazioni sui contribuenti non mancano. Quotidianamente, infatti, l’Amministrazione Finanziaria riceve e cataloga miliardi di dati di ogni genere che, però, solo in piccola parte riesce a “utilizzare”, in particolar modo, per contrastare con successo uno dei principali problemi che affliggono il nostro Paese: l’evasione fiscale. Lo rende noto la Cgia di Mestre.

L’Ufficio studi della CGIA ricorda che la nostra macchina tributaria dispone di un Sistema Informativo della Fiscalità (SIF) di primordine, costituito da ben 161 banche dati. Ebbene, possiamo affermare che viviamo in uno Stato di polizia fiscale? Assolutamente no, ci mancherebbe altro. Ma chi è “targato” soffre di una oppressione fiscale che non ha eguali nel resto d’Europa; mentre chi “sguazza” nell’economia sommersa ha pochissime possibilità di essere sanzionato.

E’ vero che a breve queste banche dati dovrebbero cominciare a dialogare fra loro, ovvero ad essere interoperabili. Tuttavia, se ogni anno il popolo degli evasori sottrae al fisco quasi 110 miliardi di euro e i nostri 007 riuscivano a recuperarne, nel periodo pre Covid, tra i 18 e i 20, vuol dire che, potenzialmente, sappiamo vita, morte e miracoli su chi è conosciuto al fisco, mentre brancoliamo nel buio nei confronti di chi non lo è, con il risultato che l’evasione prospera, penalizzando oltremisura chi le tasse le paga fino all’ultimo centesimo.

Intendiamoci: queste banche dati non hanno come unico obiettivo quello di consentire all’Amministrazione Finanziaria di contrastare con maggiore incisività l’infedeltà fiscale. Sono strumenti che servono anche ad elaborare analisi economiche e statistiche molto complesse, stimando gli effetti delle politiche fiscali in corso in uno scenario caratterizzato da fenomeni sempre più interconnessi. Tuttavia, se l’evasione fiscale è uno dei principali problemi del Paese, è evidente che questi strumenti dovrebbero costituire il cassetto degli attrezzi indispensabile per costruire un fisco più giusto e più equo.

martedì 27 aprile 2021

Ultimi giorni per richiedere il Reddito di emergenza


ROMA - C'è tempo fino alla fine del mese di aprile per fare domanda per il sussidio previsto per le famiglie colpite dalla crisi economica.

Dai requisiti alla platea dei beneficiari, ecco i dettagli.

I REQUISITI PER AVERLO - E' necessario avere la regolare residenza in Italia al momento di presentazione della domanda. La norma non prevede una durata minima di permanenza e questo requisito è verificato con riferimento al solo componente richiedente il Rem. Il reddito familiare, determinato secondo il principio di cassa, con riferimento al mese di febbraio 2021, dev'essere inferiore alla soglia corrispondente all’ammontare del beneficio.

Il reddito spetta anche ai lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali INPS, liberi professionisti titolari di partita IVA iscritti alla Gestione Separata, titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, iscritti alla Gestione Separata, stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, anche somministrati, addetti dello spettacolo, agricoli, dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali, intermittenti, autonomi, privi di partita IVA, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, incaricati alle vendite a domicilio, domestici, lavoratori marittimi, lavoratori dello sport. 

Al momento della presentazione della domanda bisogna avere un ISEE inferiore a 15 mila euro. Il requisito relativo al valore ISEE viene verificato, in fase istruttoria, dall’Inps nell’ultima DSU, valida alla data di presentazione della domanda. In caso di nuclei con presenza di minorenni, rileva l’ISEE minorenni, in luogo di quello ordinario.

Il REM può essere richiesto all’Inps dal 7 al 30 aprile 2021 e la domanda può essere presentata esclusivamente on line attraverso: sito internet dell’Inps autenticandosi con PIN (ricordiamo che l’INPS non rilascia più nuovi PIN a decorrere dal 1° ottobre 2020), SPID, Carta Nazionale dei Servizi e Carta di Identità Elettronica, istituti di patronato.

venerdì 2 aprile 2021

Istat: la pressione fiscale del quarto trimestre 2020 sale al 52%


ROMA - Il Conto delle Amministrazioni pubbliche (AP), e le stime relative alle famiglie e alle società presentati in questo comunicato stampa sono parte dei Conti trimestrali dei settori istituzionali. I dati relativi alle AP sono commentati in forma grezza, mentre quelli relativi alle famiglie e alle società in forma destagionalizzata.

Il conto trimestrale delle AP è coerente con la versione del conto annuale trasmessa a Eurostat il 31 marzo nell’ambito della Notifica in applicazione del Protocollo sulla Procedura per i Deficit Eccessivi. Tale versione (presentata nel Prospetto 4) include limitate revisioni per l’anno 2020 rispetto ai dati diffusi l’1 marzo, dovute all’acquisizione di nuove informazioni che si sono rese disponibili dopo la chiusura delle prime stime.

Nel quarto trimestre 2020 l’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil è stato pari al 5,2%; nello stesso periodo dell’anno precedente risultava un accreditamento dell’1,9%.

Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -1,9% (+5,2% nel quarto trimestre del 2019), mentre il saldo corrente delle AP è stato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,5% (+5,6% nel quarto trimestre del 2019).

La pressione fiscale è stata pari al 52,0%, in crescita di 1,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nonostante la riduzione delle entrate fiscali e contributive.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito dell‘1,8% rispetto al trimestre precedente, e i relativi consumi finali del 2,5%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 15,2%, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

A fronte di un incremento dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito rispetto al trimestre precedente del 2,1%. La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 43,6%, è rimasta stabile rispetto al terzo trimestre del 2020.

Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 21,6%, è aumentato di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

giovedì 11 marzo 2021

E' il giorno della lotteria degli scontrini


ROMA - Saranno estratti oggi i numeri vincenti dell'iniziativa introdotta dall'ex governo per combattere l'evasione fiscale. Prime 10 vincite da 100 mila euro per gli acquisti pagati con moneta elettronica nel mese di febbraio, oltre alle 10 da 20 mila euro riservate agli esercenti che prendono parte all’iniziativa.

I PREMI - Saranno distribuiti oltre 900 premi all'anno (1 annuale, 120 mensili e 780 settimanali) a chi compra e altrettanti a chi vende. Ogni scontrino potrà risultare vincente a una sola estrazione settimanale, a una sola estrazione mensile e a una sola estrazione annuale. Alle estrazioni della lotteria partecipano non solo i consumatori, ma anche gli esercenti che trasmettono telematicamente i corrispettivi. Il biglietto vincente per il cliente determina, infatti, automaticamente anche la vincita per il commerciante.

LE VINCITE - L’Agenzia delle dogane e dei monopoli comunicherà la vincita tramite Pec o raccomandata. Da quel momento scatteranno 90 giorni per reclamare i premi. Per farlo bisogna recarsi nell'ufficio dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli competente in base alla propria residenza o al proprio domicilio fiscale, trascorso questo periodo non si avrà più diritto a riscuotere. Il premio arriverà direttamente tramite bonifico bancario o postale.

martedì 2 marzo 2021

Tutto ciò che bisogna sapere sul bonus da 100 euro

ROMA - Con la legge di Bilancio 2021, il legislatore ha confermato l'integrazione e ampliato la platea dei possibili beneficiari. Ecco a chi spetta, quali sono i criteri di esclusione e come viene erogata.

Il trattamento integrativo è riconosciuto ai lavoratori dipendenti con un reddito inferiore ai 28 mila euro, che dovrebbero raggiungere una platea di 4,3 milioni di persone, e ai lavoratori dipendenti e assimilati incapienti con reddito inferiore a 8.145 euro, tramite pagamento diretto da parte del datore di lavoro.

In particolare i dipendenti pubblici e privati potranno godere del bonus Irpef 2021 in proporzione alla fascia di reddito di appartenenza, secondo i seguenti criteri:

tra 26.600 euro e 28.000 euro per una cifra pari a 100 euro al mese; tra 28.000 e 35.000 euro per un importo pari a 80 euro al mese; tra 35.000 e 40.000 euro una somma decrescente da 80 euro fino a zero. Nel calcolo vanno esclusi il reddito derivante dall’abitazione principale e relative pertinenze, oltre ai premi di risultato soggetti all’imposta sostitutiva del 10%. Devono essere sommati, invece, i redditi derivanti da immobili soggetti alla cedolare secca.

In seguito al conguaglio, al momento della dichiarazione dei redditi, potrebbe essere richiesta la restituzione dell’indennità. Circostanza che si potrebbe verificare nel caso vengano accertati altri redditi oltre a quello da lavoratore dipendente.

martedì 16 febbraio 2021

Tutto ciò che bisogna sapere per evitare la revoca dei bonus

ROMA - Basta un errore per non ottenere i benefici fiscali, ma niente paura. L'Agenzia delle Entrate ha spiegato come fare eventuali correzioni nelle fatture, siano queste cartacee o elettroniche.

L’Agenzia delle Entrate spiega nel dettaglio sul suo sito come gestire i crediti di imposta nella fase definita Transizione 4.0, che contiene tutte le indicazioni per gestire gli investimenti in beni strumentali, così come previsto dalla Legge di Bilancio 2020 e 2021.

Se la fattura emessa dalla società che ha fornito il servizio contiene degli errori, ad esempio non contiene le indicazioni corrette e specifiche delle norme che danno diritto ad ottenere il bonus, c'è il rischio che questo sia revocato

Nell'eventualità in cui la fattura sbagliata sia stata ricevuta in formato cartaceo, bisogna inserire - con scritta indelebile - il riferimento alla norma, riportando la dicitura su ogni singolo documento.

Se invece la fattura è elettronica è possibile stampare il documento e riportare stampata la stessa scritta indelebile con il riferimento normativo. La terza via è quella di realizzare un’integrazione elettronica da unire all’originale e conservare insieme al documento.

lunedì 8 febbraio 2021

I problemi del cashback non sono solo tecnici

ROMA - Gli esercenti lamentano un trucco ricorrente: molti consumatori fanno tante piccole transazioni consecutive per 'scalare' le classifiche. Nessuna norma lo vieta, ma per i commercianti significa dover pagare ogni volta una commissione.

Alla base del trucco di pagare molte volte sullo stesso pos con la stessa carta c’è il Supercashback, un premio di 1.500 euro che arriverà per i primi 100mila cittadini che avranno effettuato più transazioni nell’arco dei sei mesi (fino a giugno).

Così c’è chi, per esempio, quando fa la spesa poi alla cassa automatica paga un articolo alla volta, ottenendo così uno scontrino e una transazione registrata per ogni cosa che ha messo nel carrello. Diversi i casi di furbetti ai distributori di benzina.

lunedì 19 ottobre 2020

Stop a cartelle esattoriali e pignoramenti per tutto il 2020

ROMA - Con un decreto approvato ieri dal Consiglio dei Ministri vengono rimandate al 31 dicembre l'invio di nuove cartelle, i pagamenti e i pignoramenti. Il provvedimento riguarda 9 milioni di Italiani.

martedì 18 agosto 2020

Dl Agosto: fino al 15 ottobre sospesi pagamenti e cartelle


ROMA - Con l’entrata in vigore del Decreto Legge n. 104/2020 (cosiddetto Decreto Agosto), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 Agosto, Agenzia delle entrate-Riscossione ha aggiornato sul proprio sito internet le risposte alle domande più frequenti (Faq) con alcuni importanti chiarimenti in materia di riscossione rispetto a quanto già previsto dai precedenti decreti “Cura Italia” e “Rilancio”.

In particolare, il Decreto Agosto estende fino al 15 ottobre 2020 la sospensione dei versamenti di tutte le entrate tributarie e non tributarie derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi di accertamento affidati ad Agenzia delle entrate-Riscossione. La sospensione riguarda anche la notifica di nuove cartelle, dei pignoramenti e degli altri atti di riscossione.

Agenzia Riscossione, guidata da Ernesto Maria Ruffini, fornisce dunque nuovi approfondimenti sulle modifiche alla normativa della riscossione introdotte in questi mesi a seguito dell’emergenza Covid-19. Vediamo nel dettaglio le misure del Decreto richiamate nelle Faq pubblicate sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it.

SOSPESI VERSAMENTI, NOTIFICHE E PROCEDURE. Il “Decreto Agosto” estende l’arco temporale degli interventi agevolativi già contenuti nel Decreto “Cura Italia” (DL n. 18/2020) e nel successivo Decreto Rilancio (DL n. 34/2020). In particolare, il nuovo provvedimento differisce al 15 ottobre (prima era il 31 agosto) il termine finale della sospensione della notifica di nuove cartelle e dell’invio di altri atti della riscossione, compresa la possibilità per l’Agenzia di avviare azioni cautelari ed esecutive, come fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti.

Più tempo anche per i pagamenti derivanti dalle cartelle, dagli avvisi di addebito e dagli avvisi di accertamento esecutivi affidati all’Agente della riscossione, in scadenza dall’8 marzo (per i soggetti con residenza, sede legale o la sede operativa nei comuni della c.d. “zona rossa” di cui all’allegato 1 del DPCM 1° marzo 2020, dal 21 febbraio 2020), che resteranno sospesi fino al 15 ottobre 2020 e dovranno essere effettuati entro il mese successivo alla scadenza del periodo di sospensione, dunque entro il 30 novembre 2020.

Sempre fino al 15 ottobre  sarà operativa la sospensione degli obblighi derivanti dai pignoramenti presso terzi, effettuati dall’Agente della riscossione prima del 19 maggio 2020 (data di entrata in vigore del Decreto Rilancio), su stipendi, salari o altre indennità relative al rapporto di lavoro o impiego, nonché a titolo di pensioni e trattamenti assimilati; pertanto, fino a tale data le somme oggetto di pignoramento non devono essere sottoposte ad alcun vincolo di indisponibilità ed il soggetto terzo deve renderle fruibili al debitore; ciò anche in presenza  di assegnazione già disposta dal giudice dell’esecuzione. Cessati gli effetti della sospensione, e quindi dal 16 ottobre 2020, gli obblighi imposti al soggetto terzo saranno di nuovo operativi.

PIÙ TEMPO ANCHE PER LE RATE. La sospensione dei versamenti riguarda anche le rate dei piani di dilazione in scadenza tra l’8 marzo e il 15 ottobre 2020. I pagamenti delle rate sospese dovranno essere effettuati entro il 30 novembre 2020. Per tutte le rateizzazioni in essere all’8 marzo 2020 e per i nuovi piani concessi a seguito delle domande presentate entro il 15 ottobre 2020, la decadenza della dilazione si verifica in caso di mancato pagamento di 10 rate, anche non consecutive, anziché delle 5 ordinariamente previste.

LA “ROTTAMAZIONE” SI PUÒ PAGARE ENTRO IL 10 DICEMBRE. Il “Decreto Agosto” non è intervenuto sui termini di scadenza della "Rottamazione-ter” e del “Saldo e stralcio”. Pertanto, il termine “ultimo” entro il quale effettuare i pagamenti delle rate in scadenza nel 2020 rimane fissato al 10 dicembre 2020 (non sono previsti i cinque giorni di tolleranza di cui all’articolo 3, comma 14-bis, del DL n. 119 del 2018).

Per i contribuenti che sono in regola con il pagamento delle rate scadute nell’anno 2019 della “Rottamazione-ter”, del “Saldo e stralcio” e della “Definizione agevolata delle risorse UE”, il mancato, insufficiente o tardivo pagamento alle relative scadenze delle rate da corrispondere nell’anno 2020, non determina la perdita dei benefici delle misure agevolate purché l’integrale versamento delle stesse avvenga entro il 10 dicembre 2020.

CREDITI PA, PAGAMENTI OLTRE 5 MILA EURO SENZA VERIFICHE. Rimarranno sospese fino al 15 ottobre 2020 anche le verifiche di inadempienza delle Pubbliche Amministrazioni e delle società a prevalente partecipazione pubblica, da effettuarsi, ai sensi dell’art. 48 bis del DPR 602/1973, prima di disporre pagamenti di importo superiore a cinquemila euro. Tutte le verifiche eventualmente già effettuate, anche prima dell’inizio del periodo di sospensione, restano prive di qualunque effetto se l’Agente della riscossione non ha notificato l’atto di pignoramento e le Amministrazioni pubbliche possono quindi procedere con il pagamento in favore del beneficiario.