giovedì 12 giugno 2025

Guerra dei dazi, Milano chiude in calo: giù auto e moda, bene l’energia


Pesano le tensioni commerciali e i timori per l’inflazione Usa. Male Stellantis, Ferrari, Cucinelli e Moncler. Tiene l’energia con Eni e Saipem in rialzo.

MILANO – Le tensioni commerciali tornano a farsi sentire sui mercati e Piazza Affari ne risente, chiudendo la seduta odierna in ribasso dello 0,58%. A guidare le vendite sono stati i titoli dei settori automobilistico e moda, tra i più esposti agli effetti della guerra dei dazi e delle nuove minacce protezionistiche lanciate dall’ex presidente USA Donald Trump.

Tra i peggiori sul listino milanese spiccano Ferrari (-2,96%), Stellantis (-2,47%), Brunello Cucinelli (-2,96%) e Moncler (-2,47%). A penalizzare il comparto è anche il rallentamento della domanda globale e le prospettive incerte per l’export europeo.

Energia in controtendenza

A sostenere in parte il listino sono stati i titoli del comparto energetico, spinti anche dalla tenuta del prezzo del petrolio e dal clima più favorevole sul fronte dei dividendi. Eni e Saipem salgono entrambe dell’1,52%, Hera guadagna l’1,07% mentre Enel chiude con un +0,66%.

Timori per l’inflazione USA

A livello continentale, l’indice paneuropeo Stoxx Europe 600 ha chiuso la giornata in calo dello 0,3%, zavorrato in particolare dal settore viaggi e tempo libero. Gli ultimi dati statunitensi sull’inflazione hanno evidenziato un quarto calo consecutivo mese su mese delle tariffe aeree, alimentando l'incertezza sulla domanda nel settore.

A soffrirne sono state le principali compagnie aeree europee: Lufthansa ha lasciato sul terreno il 3,7%, mentre EasyJet ha perso il 3,8%.

Il quadro generale

L’instabilità internazionale, unita al clima di incertezza sulle prossime mosse delle banche centrali e alle minacce commerciali di Washington, sta creando un contesto nervoso per i mercati azionari europei, con una rotazione settoriale che premia i titoli difensivi e penalizza quelli più ciclici ed esposti all’export.

Gli analisti restano prudenti: “Finché non si chiarirà il quadro geopolitico e commerciale – osservano gli strategist – è probabile che vedremo ancora forti oscillazioni, in particolare nei comparti lusso e auto, da sempre più sensibili ai venti di guerra commerciale”.