lunedì 16 giugno 2025

Piazza Affari in rialzo, banche protagoniste nonostante il rinvio dell’assemblea di Mediobanca


MILANO – Il rinvio dell’assemblea di Mediobanca non frena l’interesse degli investitori per i titoli bancari italiani, al centro di un sempre più fitto e strategico risiko finanziario. Piazza Affari archivia la giornata con un progresso dell’1,24%, sostenuta da un rimbalzo generalizzato sui listini europei. Il clima di cauto ottimismo sul fronte geopolitico, in particolare per un possibile allentamento delle tensioni tra Israele e Iran, ha contribuito a sostenere i mercati.

Tra i protagonisti della seduta milanese, Unicredit svetta in testa al listino con un balzo del +3,44%, confermando l’interesse degli operatori per i grandi istituti di credito. In evidenza anche Bper Banca (+2,12%) e Banca Popolare di Sondrio (+2,2%), che si muovono in tandem nella giornata d’avvio dell’offerta pubblica di scambio (ops).

Mediobanca ha chiuso in rialzo dell’1,17%, mentre Generali ha perso lo 0,55% e Banca Generali ha registrato un calo del 2,28%. Cresce l’interesse anche su Mps, in salita dell’1,33%, diventata nuovamente al centro delle attenzioni di mercato.

Al di fuori del comparto bancario, ottima performance per Prysmian (+3,3%) e Tim (+3,04%), che si riporta a quota 0,39 euro. Male invece il settore energia, con A2A maglia nera del listino (-1,3%), seguita da Terna (-1,12%) e Snam (-0,49%). Eni si è mossa in territorio neutrale (-0,06%).

Fuori dal paniere principale, prese di profitto su Class Editori, reduce da un forte rally nelle ultime settimane. La società è scesa dopo l’ingresso del gruppo Caltagirone, che ha acquisito il 2,5% del capitale.

A livello europeo, riflettori accesi su Kering, che alla Borsa di Parigi ha guadagnato l’11,76%, segnando il miglior risultato dal 2008 grazie alla nomina di Luca de Meo come nuovo amministratore delegato. Pesante invece la giornata di Renault, che ha perso l’8,7%, la peggiore performance dal 2022.

In sintesi, le banche continuano a trainare Piazza Affari, con gli investitori pronti a scommettere su un riassetto del sistema creditizio nazionale. L’attenzione resta alta, in attesa delle prossime mosse degli istituti e delle evoluzioni politiche e geopolitiche.