MILANO - Oggi Piazza Affari ha chiuso in negativo, registrando un calo dell'1,53%, posizionandosi come la peggiore tra le borse europee. La piazza milanese ha risentito di una serie di fattori negativi, tra cui i timori legati ai dazi commerciali annunciati da Donald Trump, che continuano a generare incertezze sui mercati globali. A questi timori si sono aggiunti anche i risultati deludenti di alcune importanti società quotate, che hanno inciso pesantemente sul sentiment degli investitori.
I Titoli in Evidenza
Non tutte le società, però, hanno sofferto. Tra i titoli migliori si distingue Pirelli, che ha registrato un balzo del 4,64% grazie a una trimestrale migliore delle attese e a un piano anti-dazi messo a punto dal gruppo. Questo piano ha dato fiducia agli investitori, con una performance positiva che ha distaccato il titolo dal resto del mercato.
In linea con l'andamento dei titoli del settore difesa, anche Leonardo ha guadagnato terreno, con un incremento del 3,97%, mentre Saipem ha visto un aumento del 2,09%, grazie ai risultati positivi e ai dividendi distribuiti, che hanno suscitato l’apprezzamento del mercato.
Le Perdite Maggiori
A pesare negativamente sul listino sono stati soprattutto alcuni grandi nomi, con Prysmian che ha registrato un pesante calo del 12,18%, penalizzata dalla guidance deludente. Anche Ferrari ha subito una flessione del 7,91%, dopo la vendita di una quota da parte di Exor, la holding della famiglia Agnelli. Stellantis ha chiuso in ribasso del 5,21%, con i conti e le previsioni per l’anno in corso che hanno deluso le aspettative del mercato.
STMicroelectronics (STM), sempre sotto pressione, ha perso il 4,01%, confermando la sua difficoltà a trovare slancio in un contesto economico complesso. Inoltre, la visibilità limitata sui ricavi pubblicitari ha fatto perdere terreno a Mfe: il titolo delle azioni di categoria A ha perso il 3,43%, mentre quello delle azioni di categoria B ha segnato un calo del 2,78%.
Prospettive
Il quadro complessivo di Piazza Affari resta quindi negativo, con i timori legati a potenziali conflitti commerciali e i deludenti risultati societari che continuano a pesare sul mercato. Gli investitori si mantengono cauti, in attesa di sviluppi che possano portare maggiore chiarezza sui temi cruciali per l'economia globale e per le singole aziende.