MILANO (Reuters) - Le discussioni sul bilancio italiano del 2019 si prospettano difficili, all'Italia è richiesto uno sforzo strutturale corposo: una richiesta iniziale dello 0,6% del Pil. Lo dice in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore' il commissario Ue agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici.
"Ma farò di tutto perché [le discussioni] siano costruttive malgrado il tono in alcuni casi scortese [di alcune dichiarazioni] e malgrado l'orientamento di bilancio che fanno presagire. È nell'interesse dell'Italia controllare il debito pubblico. Lo sforzo richiesto è dello 0,6% del Pil" dice Moscovici aggiungendo di non voler "concludere la discussione ancora prima di averla iniziata" in risposta a una domanda sulla possibile deviazione dallo sforzo richiesto.
Sull'ipotesi dello sforamento del 3% del rapporto deficit/Pil, Moscovici ricorda che il 3% non è un target, ma un tetto. "L'obiettivo è risanare il debito" dice il commissario. "Un disavanzo superiore al 3% del Pil provocherebbe difficoltà che non voglio neppure immaginare".
Quanto all'eventualità di uscita dalla moneta unica, Moscovici è netto nel far presente che nessuno esce dall'euro proprio malgrado. "Se si creano le condizioni per uscire dall'euro significa che in realtà è ciò che si vuole" dice. "L'euro prevede il rispetto di regole. Non rispettare le regole, significa voler uscire dall'unione monetaria".
Moscovici dice inoltre di non poter escludere totalmente che questa sia la volontà di alcuni dirigenti politici italiani.
Sul ministro dell'economia italiano Giovanni Tria, il commissario esprime apprezzamento, dicendo di ritenerlo un interlocutore "serio e ragionevole".
"Ma farò di tutto perché [le discussioni] siano costruttive malgrado il tono in alcuni casi scortese [di alcune dichiarazioni] e malgrado l'orientamento di bilancio che fanno presagire. È nell'interesse dell'Italia controllare il debito pubblico. Lo sforzo richiesto è dello 0,6% del Pil" dice Moscovici aggiungendo di non voler "concludere la discussione ancora prima di averla iniziata" in risposta a una domanda sulla possibile deviazione dallo sforzo richiesto.
Sull'ipotesi dello sforamento del 3% del rapporto deficit/Pil, Moscovici ricorda che il 3% non è un target, ma un tetto. "L'obiettivo è risanare il debito" dice il commissario. "Un disavanzo superiore al 3% del Pil provocherebbe difficoltà che non voglio neppure immaginare".
Quanto all'eventualità di uscita dalla moneta unica, Moscovici è netto nel far presente che nessuno esce dall'euro proprio malgrado. "Se si creano le condizioni per uscire dall'euro significa che in realtà è ciò che si vuole" dice. "L'euro prevede il rispetto di regole. Non rispettare le regole, significa voler uscire dall'unione monetaria".
Moscovici dice inoltre di non poter escludere totalmente che questa sia la volontà di alcuni dirigenti politici italiani.
Sul ministro dell'economia italiano Giovanni Tria, il commissario esprime apprezzamento, dicendo di ritenerlo un interlocutore "serio e ragionevole".