ROMA - Il contratto di cessione a Intesa San Paolo di alcune attività di Popolare Vicenza e Veneto Banca "include una clausola risolutiva, che prevede l'inefficacia del contratto e la retrocessione alle banche in liquidazione coatta amministrativa del perimetro oggetto di acquisizione, in particolare nel caso in cui il Decreto Legge non fosse convertito in legge, ovvero fosse convertito con modifiche e/o integrazioni tali da rendere più onerosa per Intesa Sanpaolo l'operazione, e non fosse pienamente in vigore entro i termini di legge": è quanto si apprende in un comunicato di Intesa SanPaolo in merito al via libera del consiglio dei ministri al decreto per il salvataggio delle banche venete. Dallo Stato arrivano 5,2 miliardi subito per salvare gli istituti e garantire l'apertura degli sportelli.
E' stato scongiurato, quindi, il caos che si sarebbe creato, come ha detto il premier Gentiloni, con un "fallimento disordinato".
Ieri l'atteso via libera del Cdm al decreto per il salvataggio delle banche venete. Il provvedimento, approvato in una riunione lampo del consiglio dei ministri, ha creato i presupposti normativi per la 'liquidazione ordinata' (liquidazione coatta amministrativa) di Veneto Banca e Popolare Vicenza, con il conseguente passaggio della parte sana delle due venete a Intesa Sanpaolo.