di Piero Chimenti - A poco più di 5 anni, dalla prima tranche da 245 mln € di prestito greco concesso dall'Ue, Bce e Fmi, la situazione del Paese ellenico appare sempre più in bilico e, nonostante l'impegno di risollevare l'economia fosse programmato nel triennio, la sua economia sembra non decollare.
Il Ministro dell'Economica Varoufakis ha presentato lo scorso 9 maggio all'Eurogruppo un documento programmatico di 36 pagine, intitolato "La ripresa greca", che detta le riforme da realizzarsi dalla Grecia affinché possa accedere ai finanziamenti internazionali che le consentirebbe di evitare il default.
Purtroppo per il Governo Tsipras però il documento non presenterebbe le riforme promesse, ma anzi se ne distanzierebbe in maniera clamorosa, come la crescita prevista del Pil prevista dello 0,1% contro lo 0,5% stimato per il 2015 dalla Commissione Europea, così come quella prevista per il 2016 il 2% contro il 2,9% previsto da Bruxelles.
Per uscire da questo vicolo cieco in cui la Grecia è piombata, per molti specialisti è auspicabile il default controllato, in modo che il Governo Tsipras possa, con determinate garanzie, rinegoziare il debito, in modo tale che nell'immediato vengano effettuate delle operazioni per la ripresa economica della penisola ellenica, in pesante deflazione con un crollo dei consumi interni.