MILANO - Secondo “Shopping natalizio 2023: comportamento d'acquisto a confronto in Europa", lo studio condotto da ShopFully e Offerista in diversi paesi[1], per i consumatori europei l’aumento dell’inflazione è la preoccupazione più grande in vista dello shopping natalizio. Ma gli italiani non intendono astenersi dal tradizionale shopping natalizio: solo il 18% degli intervistati in Italia rinuncerà ai regali di Natale a causa del ridotto potere di acquisto, un dato in linea con la media europea (20,06%).
Moda e cibo, le categorie preferite dai consumatori italiani
Tra le categorie di acquisto preferite dagli italiani primeggia la moda: abbigliamento, scarpe, accessori e articoli sportivi sono i regali che il 51% dei consumatori italiani acquisterà per questo Natale, mentre il 44% dichiara di preferire la categoria gastronomica, spaziando dal cibo alle bevande. Non mancheranno sotto l’albero i giocattoli, scelti da quasi il 34% degli intervistati in Italia.
La caccia all’affare: gli italiani sono i più prudenti d’Europa
Inoltre, le famiglie italiane, in questo momento dell’anno, sono anche le più prudenti: a guidare lo shopping natalizio per circa un italiano su due, l’attenta valutazione del rapporto qualità/prezzo e la ricerca delle migliori promozioni, in linea con la Francia (49,37%) e seguito dalla Spagna (39,58%) e la Romania (38,87%). Quasi il 21% degli intervistati in Italia, infatti, afferma di dare inizio allo shopping natalizio in concomitanza con l’arrivo delle offerte natalizie - un dato che supera la media degli altri paesi europei (15%) - e il 20% ha già approfittato dell’appena trascorso Black Friday.
Online o in negozio?
Il 41% degli italiani intervistati dichiara di preferire fare acquisti solo nei negozi fisici: un trend che osserviamo in altri paesi europei come la Spagna (54,17%), la Francia (48,10%) e la Germania (64,37%). Per questa ragione resta fondamentale per brand e retailer continuare a presidiare i negozi fisici attraverso tecnologie che permettono di incentivare le visite in negozio anche in questo periodo; soltanto il 10%, invece, afferma di avvalersi esclusivamente dei canali online.