martedì 7 agosto 2018

UniCredit, utile trimestre batte attese, Cet1 appesantito da spread

MILANO (Reuters) - UniCredit chiude il secondo trimestre del 2018 con un utile netto di 1 miliardo, in calo del 13,3% sul secondo trimestre 2017 rettificato ma sopra il consensus fornito dalla banca di 975 milioni.

L'impatto delle turbolenze sui titoli di stato, già registrato per altri istituti di credito e assicurazioni, si è fatto sentire anche sui conti della banca, con il CET1 calato di 56 punti base a 12,51%, 30 dovuti all'effetto Btp.

La banca conferma tutti i target 2018 e 2019, se lo spread si manterrà sugli attuali livelli, ha detto il Ceo Jean Pierre Mustier.

Il Cet1 ratio fully loaded di gruppo è confermato tra il 12,3% e il 12,6% alla fine del 2018 e al di sopra del 12,5% alla fine del 2019, agli attuali livelli di spread sui Btp, precisa la nota della banca.

Keefe, Bruyette & Woods parla in un report di utile netto sopra il consensus ma di una crescita dei rwa che incide sul Cet1. Anche Jefferies, che cita anche la sorpresa positiva della riduzione degli Npl, segnala un capitale più debole delle attese.

I ricavi totali scendono a 4,9 miliardi di euro (-4,3% anno). Sul dato, si legge nella nota, influiscono minori ricavi dall’attività di negoziazione e il rilascio positivo per 90 mln di un accantonamento fiscale nel margine di interesse nel secondo trimestre 2017.

Il margine di interesse si attesta a 2,7 miliardi, in crescita di 1,6% annuo, le commissioni scendono di 0,3% a 1,7 miliardi.

Gli impieghi salgono di 9 miliardi nel group core, le vendite nette di asset under management totalizzano 3,2 miliardi.

I costi scendono di 7,0% a 2,7 miliardi grazie alla riduzione di filiali e personale in anticipo rispetto al piano.

Nel secondo trimestre il rapporto tra crediti deteriorati lordi e impieghi è migliorato a 8,7% da 9,5% a fine marzo con una copertura del 60,9% (60,3% a fine marzo). Le sofferenze sono coperte al 73,5% (era 70% a fine marzo), le inadempienze probabili al 45,1% (44,1%).

Le esposizioni lorde non core scendono a 22,2 miliardi, con un target a fine 2018 di 19 miliardi, con un target di cessioni di 2 miliardi a fine 2018.