MILANO - Il Mezzogiorno d'Italia continua a sorprendere positivamente con performance economiche superiori rispetto al Centro-Nord per il secondo anno consecutivo. Secondo le previsioni del Rapporto Svimez, il Pil al Sud è atteso crescere dello 0,9% nel 2024, contro lo 0,7% nel resto del Paese. Questo risultato è in gran parte attribuito al Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che si conferma fondamentale per sostenere la crescita nell'area meridionale.
Il piano di investimenti europeo ha avuto un impatto diretto sul Sud, contribuendo significativamente a stimolare l'economia. Secondo Svimez, il Pnrr dovrebbe generare un incremento complessivo di 1,8 punti di Pil nel periodo 2024-2026, un fattore che ha permesso al Sud di mantenere una crescita più solida rispetto ad altre regioni.
Tuttavia, non mancano le preoccupazioni. La Svimez mette in evidenza che, sebbene il 2024 possa continuare a vedere una performance positiva per il Mezzogiorno, dal 2025 il divario di crescita tra Sud e Centro-Nord potrebbe tornare a ridursi. Questo è dovuto principalmente alla fine delle politiche di stimolo agli investimenti e al sostegno dei redditi delle famiglie, che fino ad oggi hanno contribuito a sostenere l'economia meridionale.
La legge di bilancio, infatti, prevede un taglio significativo delle risorse destinate al Sud, stimato in circa 5,3 miliardi di euro nel triennio 2025-2027. Un colpo significativo alle politiche di sviluppo, in particolare l'addio alla decontribuzione Sud, che rischia di avere ripercussioni sul mercato del lavoro. Si stima che la perdita di 25.000 posti di lavoro possa essere una delle conseguenze dirette di questa decisione.
In sintesi, sebbene il Mezzogiorno stia vivendo un periodo di crescita più robusta rispetto ad altre aree del Paese, le sfide future sono molteplici e dipenderanno dalla capacità di sostenere gli investimenti e il supporto alle famiglie anche dopo il 2024.