di ANTONIO GAZZILLO - In un’intervista, il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha parlato della vicenda pensionistica nel nostro paese e dei rischi che potrebbe avere sullo spread. “I sindacati difendono i salari ma ormai si battono solo per fare aumentare la spesa pensionistica” ha tuonato, schierandosi anche contro la posizione del Pd e di Renzi sebbene non favorevoli all’aumento dell’età pensionabile legato all’innalzamento della speranza di vita.
“Ci vorrà una riforma pensionistica solo per spostare l’adeguamento al 2018 e nel caso in cui si faccia, ci esporrebbe a gravi rischi quali l’aumento del debito pubblico e dello spread. Un punto in più di tasso di interesse costa due miliardi di euro all’anno. Le imprese devono sapere quando andranno in pensione i loro lavoratori.”
“Saranno i giovani a pagare il mancato adeguamento perché più anni di vita senza adeguamento significa più pensioni da pagare con le proprie tasche” ha poi spiegato Boeri.
Il presidente dell’Inps ha ancora proseguito dicendo che i politici, soprattutto in campagna elettorale, sono avvezzi a mutare l’equilibrio del sistema pensionistico e che agiscono per istinto, senza guardare i numeri.
“Se si facesse l’adeguamento nel 2021, come prevede la legge Fornero, la somma degli aggravi ammonterebbe a circa 140 miliardi di euro nel 2040; mentre sarebbe preferibile farli ogni anno”.
L’Italia si posiziona in vetta alla classifica europea dei paesi con più alta età pensionabile: la vita lavorativa media è di 31 anni rispetto ai 37 della media europea e l’età di pensionamento è di poco superiore a 62 anni.
L’Inps, intanto, si sta facendo sentire promuovendo l’operazione “ Ape sociale” con la quale ha richiesto il lavoro di 900 funzionari e a novembre aprirà un concorso per mille giovani.
“Ci vorrà una riforma pensionistica solo per spostare l’adeguamento al 2018 e nel caso in cui si faccia, ci esporrebbe a gravi rischi quali l’aumento del debito pubblico e dello spread. Un punto in più di tasso di interesse costa due miliardi di euro all’anno. Le imprese devono sapere quando andranno in pensione i loro lavoratori.”
“Saranno i giovani a pagare il mancato adeguamento perché più anni di vita senza adeguamento significa più pensioni da pagare con le proprie tasche” ha poi spiegato Boeri.
Il presidente dell’Inps ha ancora proseguito dicendo che i politici, soprattutto in campagna elettorale, sono avvezzi a mutare l’equilibrio del sistema pensionistico e che agiscono per istinto, senza guardare i numeri.
“Se si facesse l’adeguamento nel 2021, come prevede la legge Fornero, la somma degli aggravi ammonterebbe a circa 140 miliardi di euro nel 2040; mentre sarebbe preferibile farli ogni anno”.
L’Italia si posiziona in vetta alla classifica europea dei paesi con più alta età pensionabile: la vita lavorativa media è di 31 anni rispetto ai 37 della media europea e l’età di pensionamento è di poco superiore a 62 anni.
L’Inps, intanto, si sta facendo sentire promuovendo l’operazione “ Ape sociale” con la quale ha richiesto il lavoro di 900 funzionari e a novembre aprirà un concorso per mille giovani.